DIFFICOLTÀ RELAZIONALI

"L’uomo è un animale sociale"

(Aristotele)

Difficoltà Relazionali

Che cos'è una relazione? ll concetto esprime in generale un legame tra due o più individui, basato sul riconoscimento, la reciprocità e la comunicazione. È tuttavia difficile individuare una definizione univoca e universale che riesca a descrivere la molteplicità di relazioni interpersonali che ciascuno di noi si trova a vivere ogni giorno: seconda delle persone coinvolte, delle emozioni e dei sentimenti in gioco, nonché delle caratteristiche del contesto e della durata temporale, si costituiscono infatti relazioni peculiari, che si possono ricondurre a diverse aree quali quella affettiva-familiare, sentimentale e professionale.

Molto spesso le difficoltà relazionali nascono da difficoltà di comunicazione, sulla base delle quali si creano incomprensioni e conflittualità. Nel tempo, ogni persona struttura stili di comunicazione e di relazione che dapprima si rivelano vincenti, ma possono diventare via via sempre più rigidi, riproponendosi in modo quasi stereotipato  nelle relazioni di coppia, con i figli, nei rapporti sul lavoro e nelle amicizie, senza riuscire ad adattarsi alle persone e ai contesti specifici: ne deriva quindi una difficoltà data dall’incapacità di adottare comportamenti e atteggiamenti differenti da quelli abituali, anche quando si rivelano inefficaci (es. “non so dire di no”).

I problemi relazionali sono inoltre spesso basati su pregiudizi, pensieri e interpretazioni che non necessariamente corrispondono al punto di vista dell’altro, ma che vengono assunti come premesse reali nell’interazione con gli altri, dando luogo a vere e proprie “profezie che si aiuto-avverano”: è il caso, ad esempio, di chi ritiene di non potersi fidare di nessuno e mette in atto un atteggiamento difensivo che induce gli altri a mostrarsi ostili nei suoi confronti.

Anche l’emotività gioca un ruolo importante nelle relazioni e la difficoltà a regolare e gestire alcune emozioni, dalle più semplici come la rabbia o la paura, alle più complesse, come la gelosia e l’empatia, può determinare problemi in quest’ambito.

La capacità di intessere buone relazioni rappresenta un aspetto chiave del benessere psicofisico, per il sostegno sociale che ne deriva e per gli effetti che le relazioni hanno in termini di riduzione dello stress ed è perciò essenziale prendersene cura. L’intervento psicologico strategico offre un valido aiuto in caso di difficoltà e problemi relazionali, attraverso interventi brevi che utilizzano strumenti concreti atti a favorire il cambiamento.

L'intervento psicologico strategico nella cura delle relazioni

“(…) non è sufficiente avere buone intenzioni per realizzare buone relazioni,

ma è invece fondamentale possedere la capacità

di utilizzare in modo efficace le forme del comunicare.”

(Giorgio Nardone)

A partire dell’infanzia, sulla base delle esperienze che viviamo e delle nostre inclinazioni personali, strutturiamo degli stili di percezione, comportamento e pensiero che tendiamo a riproporre in maniera stabile nelle relazioni con gli altri. Si tratta di modalità di interazione che si sono rivelate funzionali e utili nel corso del tempo e che per questo vengono riproposte in maniera automatica anche in situazioni nuove, con persone diverse e in maniera spesso inconsapevole.

Accade sovente che questi copioni relazionali si irrigidiscano e diventino l’unica possibilità di interazione che siamo in grado di utilizzare, anche quando potrebbero esserci alternative migliori o addirittura quando ci rendiamo conto che creano dei problemi, non si adattano alla situazione attuale o al contesto specifico. È il caso, ad esempio, di chi è abituato a ricoprire con successo il ruolo di leader autoritario nel gruppo di lavoro e ripropone questo modello nella vita di coppia, senza capire come mai il partner viva questo atteggiamento come un problema e insistendo ulteriormente per affermare il proprio punto di vista, esitando così in conflitti che possono portare alla rottura della relazione.

Quando certi schemi di pensiero, di comunicazione e di comportamento diventano rigidi interferiscono con la capacità di adattarsi alle situazioni e di costruire relazioni funzionali, dando luogo a conflitti, insoddisfazione e frustrazione è utile richiedere una consulenza psicologica.

L’intervento psicologico strategico agisce sui problemi relazionali in modo da recuperare una maggiore flessibilità nelle interazioni con gli altri, evitando che vengano compromesse relazioni importanti o che si strutturino veri e propri problemi psicologici. Sulla base degli obiettivi della persona e del problema da risolvere l’intervento si focalizzerà su aspetti diversi quali la capacità di esprimere e gestire le proprie emozioni, controllare l’impulsività, gestire l’ansia, imparare a chiedere ciò di cui si ha bisogno e imparare a dire di no, a gestire le richieste e le modalità relazionali dell’altro senza subirle.

L’intervento psicologico strategico è utile per risolvere problemi relazionali riconducibili a diverse aree quali quella affettiva-sentimentale, familiare e professionale.

Relazioni affettive e sentimentali

C’è sempre una certa follia nell’amore,

ma c’è sempre anche un po’ di ragione nella stessa follia.

(Friedrich Nietzsche).

Le relazioni sentimentali sono quelle che più spesso conducono le persone a chiedere una consulenza psicologica. Non di rado, i problemi di coppia sono riconducibili a modalità di comunicazione disfunzionale tra i partner che possono provocare effetti deleteri sulla relazione al di là delle motivazioni oggettive che innescano i conflitti. L’intervento psicologico strategico offre un valido aiuto qualora vi sia la necessità di trovare modalità di comunicazione più funzionali tra i partner, attraverso strategie che favoriscono una migliore sintonia e permettono di dare forma a un dialogo basato sulla collaborazione e sull’accordo.

È inoltre possibile intervenire su copioni relazioni stabili, laddove ad esempio una persona si renda conto di incorrere sempre nello stesso tipo di problemi (ad esempio, non saper dire di no), di ricoprire sempre lo stesso ruolo nella coppia (es. “la crocerossina”) o di trovare sempre la stessa tipologia di partner (“ma è possibile che trovi solo uomini sposati?”, “mi innamoro sempre dei narcisi!”). In questo caso l’obiettivo sarà quello di condurre la persona a imparare a gestire le proprie tendenze, riorientandole in modo funzionale così che non si irrigidiscano in uno schema fisso ma diventino parte di uno stile relazionale flessibile ed adattabile.

Nel ventaglio pressoché infinito dei problemi che possono originare all’interno delle relazioni sentimentali, spicca sicuramente la gelosia. Lungi dall’essere sinonimo d’amore, si tratta piuttosto di una manifestazione di insicurezza che può avere effetti distruttivi sulla relazione. Quando è eccessiva, la gelosia può diventare patologica e rientrare nell’ambito di una sindrome ossessivo-paranoica, laddove si basi sul dubbio di un possibile tradimento, o sconfinare nella paranoia quando vi è la certezza di un tradimento del quale si cercano ininterrottamente e minuziosamente le prove, senza mai trovarle.

La gelosia mina la relazione di coppia, sfinisce il partner e non di rado fa sì che si realizzi esattamente ciò che si teme: la paura di perdere il partner porta a mettere in atto comportamenti che fanno sì che inevitabilmente si allontani. La gelosia fa soffrire anche chi la prova, che subisce questa emozione ed i pensieri intrusivi che ne derivano senza potervisi sottrarre. Si rende così più che mai necessario l’intervento di uno specialista. L’intervento psicologico strategico permette di interrompere l’escalation della gelosia, salvaguardando la relazione ed evitando che si strutturino disturbi psicologici veri e propri.

Relazioni familiari: il rapporto tra genitori e figli

Se c’è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino,

dovremmo prima esaminarlo bene

e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi.

(Carl Gustav Jung)

Generalmente, le relazioni vissute come maggiormente problematiche nel contesto familiare sono quelle tra genitori e figli, in particolar modo i figli adolescenti.

In questo contesto, i ricercatori del Centro di Terapia Strategica di Arezzo hanno individuato alcuni modelli di organizzazione delle relazioni tra genitori e figli che ricorrono nella nostra società e possono dar luogo a problematiche nel rapporto e nello sviluppo del bambino e dell’adolescente: lo stile “iperprotettivo”, in cui i genitori considerano i figli fragili e si sostituiscono a loro; quello “democratico-permissivo” in cui i genitori sono amici dei figli;  quello “sacrificante”, dove i genitori si sacrificano sempre per i figli; lo stile “delegante”, tipico dei genitori che delegano ad altri il proprio ruolo, usualmente ai nonni; quello “autoritario”, basato sull’esercizio del potere e l’imposizione, e infine quello “intermittente” dove i genitori danno segnali intermittenti e ambivalenti ai figli, oscillando da un modello altro.

Ad oggi, sembra che i modelli più diffusi siano quelli “iperprotettivo” e “democratico-permissivo”, che possono avere l’effetto di generare vissuti di insicurezza nei figli ed eliminano regole e gerarchie, rendendo difficile per i figli la possibilità di individuare una guida nella crescita. Nessuno di questi modelli è patologico di per sé ma, come in qualsiasi altra tipologia di relazione lo diventa quando si cristallizza e non è in grado di contemplare modalità di interazione differenti e di evolvere nel tempo adattandosi ai cambiamenti che la crescita comporta. 

Qualora vi siano difficoltà nella relazione tra genitori e figli, bambini o adolescenti, l’intervento psicologico strategico lavora insieme ai genitori per renderli protagonisti del cambiamento, aiutandoli a ridefinire i ruoli e le regole all’interno della famiglia, così da creare relazioni più funzionali.

I figli all’inizio amano i genitori, ma poi li giudicano; raramente, forse mai, li perdonano.
(Oscar Wilde)

I problemi nella relazione tra genitori e figli non si limitano tuttavia all'infanzia e all'adolescenza, ma possono persistere anche nell'età adulta, spesso  sotto forma di difficoltà ad emanciparsi dalla famiglia di origine, aspettative deluse, rimpianti, ma anche rabbia o rancore nei confronti di chi viene percepito come origine o causa di una difficoltà o di un problema.

In questi casi, l'intervento psicologico strategico è utile per aiutare i figli adulti di ogni età a "diventare grandi", laddove ciò può significare, ad esempio,  riuscire a rendersi autonomi dal giudizio dei propri genitori, imparare ad accettarli per come sono, con i loro limiti, uscendo dalla trappola delle aspettative irrealistiche, assumersi la responsabilità del proprio modo di essere e di agire e sciogliere i nodi emotivi fonte di disagio e sofferenza.

Molti di noi diventano genitori molto prima di aver smesso di essere bambini.
(Mignon McLaughlin)

Relazioni professionali

Lieve è l’oprar se in molti è condiviso”

(Omero).

Sebbene le difficoltà relazionali che comportano maggior sofferenza siano quelle che ci coinvolgono di più dal punto di vista emotivo, nessun tipo di relazione è esente da problemi e anche le relazioni professionali possono risentire di schemi rigidi e difetti di comunicazione.

Difficoltà legate alle relazioni possono emergere in qualsiasi ambito professionale e possono riguardare le relazioni tra collaboratori, tra persone con un diverso ruolo gerarchico, con il cliente, con l’utente e con il paziente. Appartengono all’ambito dei problemi relazionali sul lavoro anche fenomeni tristemente noti quali il mobbing e le molestie sul lavoro. In questi casi, l’intervento psicologico strategico permette di rompere gli schemi di persistenza delle relazioni problematiche, focalizzandosi sul “qui e ora” e valorizzando le risorse della persona.

L’aspetto relazionale rappresenta inoltre un elemento di particolare importanza per coloro che svolgono una professione di aiuto, come i medici, gli infermieri, gli assistenti sociali, ma anche gli educatori e i medici veterinari.

In queste professioni la capacità di instaurare una buona relazione con i propri assistiti è di fondamentale importanza perché il proprio intervento sia efficace, ma il rischio di un eccessivo coinvolgimento emotivo e la fatica che deriva dal farsi carico di situazioni di sofferenza e di domande cura pressanti possono determinare un fattore di stress che rappresenta un rischio per lo sviluppo della sindrome di burnout.

In questo contesto diventa più che mai necessario prendersi cura di sé per potersi prendere cura degli altri: l’intervento psicologico strategico permette di lavorare sulla “cura della relazione di cura”, attraverso gli strumenti della comunicazione efficace, e aiuta il professionista a fronteggiare lo stress, a gestire le emozioni, a recuperare le proprie risorse e ad acquisire strategie per recuperare la soddisfazione sul lavoro e una condizione di benessere globale.